Il motore ad acqua? NON ESISTE!

Quante volte abbiamo sentito parlare di combustibili alternativi ai derivati del petrolio, meno inquinanti, meno costosi e, sopratutto in grado di svincolarci dal grande ricatto economico del petrolio? Beh io tante volte! Però poi tutto naufraga o si disperde e , presi dai problemi della vita quotidiana ce ne dimentichiamo.

Del  motore magnetico spesso se ne è parlato come la svolta che potrebbe addirittura salvare in pianeta perchè in grado di muoversi con propulsione a costo zero. Io personalmente ho anche imbastito dei timidi tentativi di sperimentazione, cozzando poi contro alla difficoltà di reperire informazioni, materiali e cosa non da poco, doversi muovere senza parlare di cosa fai per non essere guardato come un matto. La frustrazione e la necessità di concretizzare fa da attivatore per la decomposizione della motivazione che è ingrediente essenziale per la ricerca.

Automobili ad energia solare sono sono state spesso materia di dibattito ma anche di queste poi non è che se ne vedano girare poche, direi piuttosto nessuna.

Motori ad idrogeno. Cavoli di questi dovremmo essere pieni addirittura a Pontedera sulla strada di grande comunicazione fu aperto il primo distributore per auto ad idrogeno che credo, dopo un primo periodo di interesse, sia ormai diventato terreno di coltivazione di erbacce.

Infine la celeberrima macchina ad acqua mito inseguito da ognuno di noi che, sognando di fare il pieno dal rubinetto di casa, fantasticava di compiere improbabili giri del mondo approvvigionandosi con acqua piovana.

Beh riguardo alla macchina ad acqua però ciclicamente si torna sul discorso, tant’è vero che mi sono imbattuto su un articolo piuttosto carino e su un video che sono riusciti a concretizzare in parte i miei sogni, a rendere un pò meno effimera possibilità che, quando piove magari non di dica sempre e solo ” governo ladro!”

auto ad acqua

Energia ed ambiente. Un App che mette a confronto i paesi europei

Per fare un confronto sulla situazione dei diversi Paesi, membri dell’Unione Europea, che permetta di sfatare alcuni luoghi comuni e di trovare magari inaspettate similitudini per alcuni versi, è stata ideata l’app “Quanto sei europeo?” realizzata da Qlink e seguita ad uno studio coordinato da Pablo Calderón Martínez, professore di Studi Europei al Kings College di Londra.
Sono stati a tal proposito raccolti moltissimi dati e informazioni che sono andati a descrivere tre sezioni per capire come “Viviamo”, “Lavoriamo” e “Ci Divertiamo”. Si può capire così com’è la vita in ciascun Paese e come le politiche sono attente al benessere non solo dei cittadini, ma anche dell’ambiente.
Particolare attenzione merita l’aspetto energetico, nello specifico viene dato conto di quanto petrolio viene consumato e quanta energia elettrica utilizzata. È così possibile capire quali sono le dinamiche europee soprattutto in termini di risparmio energetico.
Quanto sei europeo energia
howeuropeareyou.eu
Dai dati si osserva come Francia, Lussemburgo, Germania e altri Paesi del Nord Europa siano quelli che hanno ridotto maggiormente il consumo energetico per famiglia a partire dal 2000. Il Lussemburgo è passato dagli 11,43 litri di petrolio usati al giorno per famiglia, agli 8,74; la Svezia ha ridotto i suoi consumi di 1,59 litri di carburante al giorno; Francia e Germania di 1,33. L’Italia ha subito varie oscillazioni negli anni, ma ora sembra tornata ai 4,35 litri di 15 anni fa.
Per quanto riguarda invece i consumi di energia elettrica, a fronte di Paesi che consumano molto come Svezia, Lussemburgo e Finlandia (nel 2011 tra i 14,03 e i 15,74 kWh), ma che sono anche quelli che riescono a fare tagli più consistenti, ci sono anche quelli che consumano meno: si va dagli 8,39 kWh dello stesso anno dell’Austria ai 2,64 kWh della Romania che però sono Paesi stabili in quanto a consumi o anche leggermente in crescita.

L’Italia a questo proposito non sembra aver modificato molto i propri comportamenti: dopo un picco in positivo nel 2006 fino a 5,83 kWh e uno in negativo fino a 5,37 kWh nel 2009, è leggermente risalita a 5,5 kWh nel 2011. Comportamenti che non sono necessariamente da mettere in correlazione con il reddito di una nazione, come spiega Calderón Martínez:
Il progresso che i singoli Paesi stanno facendo verso la riduzione del consumo di petrolio varia notevolmente, persino tra paesi situati in regioni simili e con redditi simili. (tratto da greenstyle)
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